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DIETA CHETOGENICA: scopri per chi è adatta


Origine

Nata intorno gli anni ’20, era ed è ancora oggi impiegata per il trattamento dell’epilessia farmaco-resistente ma anche per le malattie neurodegenerative come il Morbo di Alzheimer e il Morbo di Parkinson.
Viene usata con frequenza nei casi di obesità, obesità grave purché non sia presente Diabete di tipo 1.
Diventa anche l’unico modo riconosciuto fino ad oggi per trattare la Sindrome da deficienza del Glut1.
Tale dieta è impiegata per migliorare i parametri di rischio cardiovascolare, nel Diabete di tipo 2, nella Sindrome dell’ovaio policistico e sta acquisendo sempre maggior rilevanza in ambito oncologico.

Quindi non era nata unicamente per chi aveva intenzione di perdere peso.
L’alimentazione del paziente sarà costituita principalmente da proteine e una buona quota di grassi.

La dieta chetogenica prevede l’assunzione di circa 20-50 g di carboidrati al giorno.

Bisognerà rispettare tali quantità. Solo così si vedrà facilmente un calo del proprio peso corporeo perché riducendo i carboidrati, diminuiscono di conseguenza anche le kcal.
Normalmente dai carboidrati attingiamo il 50-60% dell’energia giornaliera di cui necessitiamo.
Alcuni tessuti, come quello nervoso, utilizzano espressamente una molecola specifica: il glucosio.

Andando questo a diminuire, l’organismo e il cervello, ricaveranno energia da altri componenti. Si tratta dei corpi chetonici (molecole di scarto ottenute dal metabolismo dagli acidi grassi).


Cosa accade quando riduciamo carboidrati ?

Come abbiamo detto poco fa, normalmente l’organismo produce energia a partire dal glucosio, che ricava dai carboidrati semplici e complessi introdotti con la nostra alimentazione. Quando però decidiamo di tagliare drasticamente i carboidrati, il nostro corpo si troverà costretto ad utilizzare altre fonti, nella fattispecie proteine e grassi.

Entra in gioco la Gluconeogenesi (processo in cui da Glicerolo e/o Aminoacidi ricavo il glucosio).
L’utilizzo dei grassi come fonte energetica non è un meccanismo immediato e lineare, ma se la dieta chetogenica è ben condotta, il corpo inizierà a servirsi di loro per produrre i corpi chetonici facendoci entrare in uno stato detto “chetosi”.
Attraverso questo tipo di alimentazione si entra in chetosi nel giro di 36/48 ore. Occorre sottolineare come questa tempistica possa variare notevolmente da persona a persona.
Se l’entrata in chetosi richiede una tempistica variabile, l’uscita avviene in modo pressoché immediato con la nuova reintroduzione di carboidrati.

Continuando ad assumere una quantità molto ridotta di carboidrati, dopo un po’ la Gluconeogenesi potrebbe essere sostituita da un ulteriore processo fisiologico detto Chetogenesi.
In questa fase si ha appunto la formazione dei Corpi Chetonici.

Quando parliamo di corpi chetonici in realtà intendiamo questi 3 composti: AcetoneAcido AcetoaceticoAcido Beta idrossibutirrato.

L’Acetone è volatile e viene espulso attraverso la respirazione, mentre l’ Acido Acetoacetico o Acetoacetato ed il Acido Beta idrossibutirrato vengono veicolati nel torrente ematico.


Cosa devo sapere

Per controllare la formazione dei corpi chetonici e quindi se il corpo entra in chetosi, si può usare il test di chetoni come quello del celebre marchio Ketostix. Su questi stick sono presenti dei reagenti che permettono di valutare se nelle proprie urine sono presenti i corpi chetonici.

Altrimenti attraverso un controllo capillare. In questo caso, il livello di chetoni è pari a 1,5-3 mmol/L di sangue.

Dovrai prestare attenzione ad alcuni alimenti.
Cereali – patate – legumi – bibite zuccherate – Frutta
(ad alto contenuto di CHO) sono sconsigliati per chi vuole intraprendere tale tipo di dieta.


 Segnali della chetosi:    

– bocca asciutta
– sudorazione o alito forte
– aumento diuresi
– spossatezza e stanchezza
– stipsi


Vantaggi:

– rapida perdita di peso
– riduzione di appetito (grazie al potere anoressigeno di corpi chetonici)
– miglioramento dei parametri ematici (colesterolo, glicemia, ecc.)

Conclusioni

Esistono diverse varianti di Dieta Chetogenica. Una di questa è la Dieta Atkins, Tisanoreica, ecc.
Prima di decidere se intraprendere tale approccio nutrizionale bisognerebbe affidarsi al parere di un esperto e se si è adatti a seguirla.
In genere entro 3-4 giorni di regime si entra in chetosi. Questo shift metabolico induce un cambiamento nell’organismo e una conseguente perdita di peso.
Il rovescio della medaglia è il fatto che sia restrittiva e difficile da seguire nel lungo periodo, visto che i carboidrati normalmente rappresentano almeno il 50% del nostro introito calorico. Non va sottovalutato che un piano alimentare chetogenico può inoltre richiedere l’utilizzo di integratori e pasti sostitutivi anche molto costosi.
È importante notare che la dieta chetogenica si concentra solo sulla perdita di peso immediata e non fornisce nessuna base per un’alimentazione equilibrata e per eventuali benefici per la salute.

Inutile dire che aumentando i Corpi Chetonici, aumenta il lavoro a carico dei reni.
Si forma la cosiddetta chetosi quando questi non sono in grado di smaltirlo e si accumulano nel sangue.
Per tutti questi motivi è un approccio alimentare non sostenibile a lungo dal nostro organismo.

Personalmente divido la dieta chetogenica in diverse fasi. Faccio sostenere la I Fase per circa 4 settimane.
Poi gradualmente nelle Fasi successive si andrà a reintrodurre gradualmente i carboidrati.

Anche la reintroduzione dei carboidrati richiede un approccio ben definito. Si potrebbe attuare una “ciclizzazione dei carboidrati” oppure una Reverse Diet.
La Reverse Diet (o Dieta Inversa) lo considero uno step temporaneo che ci porterà poi al classico regime della Dieta Mediterranea (approfondisci qui cosa prevede)

 

Dott. Valerio Truglia – Biologo Nutrizionista

 

 

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